Dalle parrocchie: A San Tarcisio l’obiettivo è rilanciare la pastorale giovanile
Il parroco, don Paolo Fontana: «L’oratorio è l’unico spazio aperto del quartiere. Mancano piazze e giardini»
di Graziella Melina
Celebrazioni eucaristiche, momenti di preghiera e la processione per le vie del quartiere. E poi maratone, spettacoli teatrali e musicali, gare di ballo. Sono iniziati domenica 10 giugno i festeggiamenti che la comunità parrocchiale di San Tarcisio, al quartiere Appio Pignatelli, dedica al proprio santo patrono. Ma il programma di iniziative liturgiche e culturali, che non a caso gli organizzatori hanno intitolato “Tante famiglie – una sola comunità”, quest’anno culminerà con la solenne celebrazione presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini, domenica 17.
Una visita che qui a San Tarcisio ha un duplice valore. Come ha sottolineato il nuovo parroco, don Paolo Fontana, infatti, «si pone a conclusione della festa patronale e del mio primo anno pastorale qui». La parrocchia di San Tarcisio, eretta nel 1935, fino a due anni fa è stata guidata dai Frati minori della provincia veneta. «Prendere questo tipo di eredità – ammette subito don Paolo, che guida la parrocchia dal 18 settembre dell’anno scorso – non è semplice». Quarto Miglio infatti «si identificava con i frati», arrivati quando questa periferia nella zona sud est di Roma era un territorio rurale e con poche case.
Oggi il quartiere, che si estende dall’Appia Nuova all’Appia Pignatelli, conta circa 14mila abitanti. Ma la realtà urbana, e quindi anche quella della comunità, è frammentata. «Qui abbiamo un oratorio in cui sono cresciuti gli abitanti più vecchi, ed è l’unico spazio aperto di Quarto Miglio, che non ha piazze, né giardini». Per questo il nuovo parroco ha già in mente gli obiettivi da raggiungere. A cominciare proprio da quell’oratorio, dove «gravitano» tanti ragazzi. «Bisogna rilanciare la pastorale giovanile», magari con «attività ponte». «Dobbiamo far sentire la nostra vicinanza sul piano umano, per riuscire a cogliere i bisogni dei ragazzi, e dare poi delle risposte».
Intanto don Paolo sta pensando pure di coinvolgere «quelli che hanno fatto la cresima quest’anno, per i quali – racconta – abbiamo organizzato un’esperienza estiva che pensiamo possa essere di rilancio per le attività del prossimo anno». Oltre ai gruppi di catechesi per i giovani e per gli adulti, a San Tarcisio è «forte la presenza di comunità neocatecumenali»: 5 gruppi, frequentati in tutto da 150 persone. «Una realtà storica», sottolinea il parroco. E poi c’è pure «un nutrito gruppo dell’ordine francescano secolare»: una cinquantina di persone che partecipano a un incontro settimanale di formazione. E proprio mercoledì 13 c’è stata la professione di altri 9 novizi dell’ordine.
Tra gli organizzatori della festa anche Ornella, da sempre impegnata in parrocchia. «Nella realtà di oggi – racconta – siamo sempre più frammentati, più superficiali, perciò bisogna guardare di più al prossimo, al vicino, aiutarci e conoscerci». «Da ormai 50 anni sono impegnato nell’oratorio», le fa poi eco il marito Antonino, maresciallo dei Carabinieri, anche lui punto fermo del comitato festeggiamenti e ora a sostegno delle sfide di don Paolo. Tra le più urgenti: «Radicare le attività intorno a un nucleo forte di contenuto di annuncio della fede» e «ricostruire il tessuto della comunità nell’unità».
17 giugno 2007
[ via RomaSette ]